giovedì 1 novembre 2012

Il risveglio delle coscienze inizia dalla Sicilia..





di Paolo Becchi   


   Cosa è successo in Sicilia? Il dato politico fondamentale è uno solo, quello che alcuni temevano, altri si aspettavano, altri ancora snobbavano: ora c’è una nuova forza, che fa sul serio. Nuova perché si colloca al di là di ogni logica partitica “classica”, fondata sulla suddivisione destra – centro – sinistra. È dalla crisi di questa logica, della forma-partito, che è sorto questo movimento di opposizione: 

il Movimento 5 Stelle. Il quale, da oggi, è la prima forza politica in Sicilia: 15 seggi contro i 14 del Pd ed i 12 del Pdl.

   Con questo movimento è nato un nuovo modo di fare politica che parte dei bisogni della gente e cerca di offrire soluzioni concrete praticabili e non imposte dall’alto, ma che nascono dal confronto e dal dibattito pubblico. Il movimento aspira così a presentare nel nostro Paese una nuova immagine della democrazia: non più fondata sull’idea di rappresentanza e sulla delega ai partiti, bensì sulla diretta partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Partecipazione che passa attraverso una nuova forma di comunicazione, la rete (blog, twitter, etc.), aggirando gli organi tradizionali come stampa e televisione sui quali invece contano gli altri partiti. È questa inedita fusione tra la concezione “originaria” della democrazia e la rivoluzione delle forme di comunicazione che rende, per la prima volta, possibile una autentica partecipazione del cittadino alla politica. Per questo il movimento dà prova di essere profondamente radicato nel territorio e, al contempo, di non conoscere confini, campanilismi, clientele. Il voto in Sicilia lo conferma. Il movimento “sfonda” nelle città (Palermo, con 43.000 voti contro i 26.000 del Pd, ma anche Messina, Agrigento e Caltanisetta). E cosa fanno i neo-eletti? Parlano con i cittadini, cercando di rispondere alle loro domande, mentre quelli degli altri partiti sperimentano la possibile tenuta del “patto di ferro” tra Pd ed Udc per le prossime elezioni politiche.

    C’è un abisso che separa la vecchia dalla nuova politica. Il movimento chiude definitivamente i conti con il “politico di professione”, con la rappresentanza, con il “vivere della politica”: il politico del movimento è un cittadino come gli altri che, con il sapere che gli deriva dalla professione che esercita nella società, si mette per un breve periodo della sua vita al servizio degli altri cittadini, per poi ritornare alle sue precedenti occupazioni. Egli vive, finalmente, per la politica, per i cittadini.
Radicato nel territorio, ma senza i limiti che sono propri dei governi locali e localistici, il Movimento 5 Stelle ha cominciato davvero a fare sul serio e, dopo la Sicilia, lo attendono le prove della Lombardia e del Lazio che, probabilmente, precederanno le elezioni politiche. E sarà proprio in vista delle elezioni politiche che, rispetto ai programmi regionali, il Movimento dovrà discutere al suo interno, ed elaborare una soluzione nuova ed originale, il problema fondamentale del nostro Paese: la posizione italiana in Europa e il destino della moneta unica. Mentre tutti i partiti politici (se si esclude quel che resta della Lega Nord) sono “allineati” sull'“europeismo” ad oltranza di derivazione governativa, il Movimento potrà – e dovrà – dare una nuova “scossa” alla politica italiana. Le elezioni in Sicilia sono un nuovo inizio. Ce n’est qu’un debut, continuons le combat! 





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